
“La curva va verso l’appiattimento anche per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto in area medica” ha detto Brusaferro. “All’inizio l’inversione di tendenza si osserva con l’Rt che si abbassa, poi iniziano a scendere i sintomatici e i posti letto occupati negli ospedali, solo in ultima battuta diminuisce anche il numero delle vittime, che purtroppo è attualmente ancora elevato”.
La velocità di trasmissione sta già rallentando e l’Rt ha iniziato già a calare. “Sta avvenendo un po’ in tutto il paese, in maniera significativa, grazie alle misure di prevenzione e all’impianto i monitoraggio. Ma non dobbiamo abbassare la guardia perché la curva è ancora molto alta, il numero di casi quotidiani restano significativi e l’impegno delle strutture sanitario intenso. Evitare gli assembramenti, restare a distanza e usare le mascherine devono restare dei mantra per far decrescere la curva. Bisogna inoltre rispettare quarantena e isolamento, per i positivi e i loro contatti”. Un Rt “anche di poco sopra a 1 porta a un aumento dei casi”. E non ci sono solo i malati di Covid: “Riuscire a mantenere le terapie intensive per il covid sotto il 30% vuol dire garantire il 70% restante per altre patologie” ha detto Brusaferro.
In vista del Natale, per il presidente dell’Iss, “le prossime settimane saranno critiche. Se non rispetteremo le regole, le curve ripartiranno. Questo dovrà essere per noi un Natale unico. Con questi numeri non possiamo immaginare spostamenti di massa o raduni di persone che provengono da contesti diversi, portatori di rischi di contagio”.
Mentre l’Europa ha raggiunto le 400mila vittime, in Italia l’età mediana dei contagi è ancora in leggera crescita, ha raggiunto i 48 anni. “Questo ci segnala che persone più anziane, spesso con altre patologie, contraggono l’infezione. Dobbiamo evitarlo in tutti i modi” ha aggiunto Brusaferro. “C’è stato un rallentamento dei contagi e le Regioni hanno messo in campo risorse per fare fronte all’epidemia”. Oggi il rischio di saturazione degli ospedali si sta riducendo, nota con ottimismo il presidente dell’Iss. “In terapia intensiva continuano a essere ricoverati soprattutto uomini e di età elevata. Anche i deceduti restano soprattutto anziani con altre patologie”.